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Tipologia e contenuti dei documenti cartografici storici

Come già accennato, la Toscana, per iniziativa soprattutto dei governi dei due Stati di Firenze (allargatosi al Senese-Grossetano con il Granducato alla metà del XVI secolo) e di Lucca, possiede un cospicuo patrimonio cartografico che, nei secoli XIV-XIX, venne prodotto in larghissima misura dai rispettivi uffici centrali e periferici. Contemporaneamente, una parte non trascurabile di tale patrimonio fu senz'altro realizzata per conto delle oligarchie e degli enti cittadini che possedevano cospicui beni fondiari e immobiliari.

Questo ingente patrimonio di cartografie prodotto a partire dai tempi rinascimentali per finalità amministrative e di controllo del territorio può e deve essere conosciuto e valorizzato ai fini della ricerca archeologica, topografica, storico-territoriale e geografico-storica. Le mappe storiche rappresentano infatti una fonte preziosa per il geografo, l'archeologo, per il topografo antico e per lo storico delle strutture produttive, insediative e più in generale dell'organizzazione territoriale, nonché per gli architetti-urbanisti, per i forestali, i geomorfologi, gli idrologi.. In genere, le rappresentazioni fissano manufatti o resti di manufatti storici che risalgono anche ai tempi antichi o medievali, corredati spesso dai rispettivi toponimi di cui, non di rado, si era perduta, in tutto o in parte, memoria: insediamenti residenziali e produttivi, strade e canali o paleoalvei fluviali, parcellari agrari, cave o miniere, ritagli amministrativi di vario grado, e così via. Il progetto Imago Tusciae intende anche contribuire a mettere in luce il contributo originale che la cartografia storica può dare per la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del patrimonio archeologico, storico-architettonico e paesaggistico.

Le mappe dell'Archivio di Stato di Siena coprono un arco cronologico che va dal XIV fino alla prima metà del XIX secolo. Le raccolte comprendono figure di tipo corografico e topografico o carte territoriali parziali a grandissima scala, piante e vedute o singole parti di centri abitati, disegni anche di ordine architettonico; carte ordinarie o del terreno e carte tematiche o speciali, a confinazioni (confini tra proprietari, confini amministrativi, confini di stato), questioni di strade e di acque (assetti idrografici, mulini, acquedotti e fonti, opere di bonifica, opere di regimazione, eventi alluvionali), patrimoni fondiari (cartografia prediale o "cabrei" e rilevazioni di dettaglio, quadri d'unione di proprietà, appezzamenti di terreno di varia destinazione d'uso, beni rurali concessi in uso a vario titolo, bandite e dogane), miniere ed opifici, insediamenti e architetture (edifici, fortezze, monumenti).

Complessivamente, le rappresentazioni della Toscana meridionale confermano quanto acquisito dalla letteratura: cioè che la cartografia moderna nasce in Toscana e in Italia nei secoli XV-XVI con il contributo delle tecniche proprie della misurazione spaziale (non a caso ci si rifà a Claudio Tolomeo e alla trigonometria euclidea) e delle tecniche proprie delle arti pittoriche (rinnovate dalla scoperta e dal perfezionamento della prospettiva: si pensi all'importanza di un personaggio come Leon Battista Alberti). Di volta in volta, la carta si affida a questo o a quel linguaggio, euclideo-tolemaico o vedutistico-prospettico, non di rado integrandone i rispettivi approcci, per restituire nel disegno le forme e i contenuti urbani e territoriali di spazi terrestri più o meno estesi: quali l'assetto idro-morfologico, le destinazioni d'uso agrarie e forestali del suolo, i reticoli insediativi e infrastrutturali, le maglie politico-amministrative. Quasi sempre, almeno fino ai catasti geometrici e ai rilevamenti geodetici voluti tra Sette e Ottocento dai Lorena la cultura geometrica si integra sempre di più con quella pittorica, anche se in misura diversa da autore ad autore (Rombai, 1993).

Grazie a Imago Tusciae, dalla storia della cartografia sarà possibile passare alla storia documentata del territorio e alla ricognizione mirata di tipo geografico, naturalistico, storico e archeologico-topografico del paesaggio presente con l'uso della cartografia. La conoscenza corretta della cartografia presuppone infatti, necessariamente, lo scioglimento di problemi scientifici complessi, come quelli della datazione e dell'attribuzione, delle funzioni e delle committenze, delle tecniche di costruzione e di riproduzione, del rapporto con le pratiche amministrative del potere statale o locale e con le strategie e gli interessi della committenza privata.

E' evidente che lo studio dei documenti cartografici richiede la necessaria contestualizzazione con i processi politico-sociali e scientifico-culturali che li hanno prodotti, e quindi solide competenze di tipo multidisciplinare, per la scontata esigenza della conoscenza del territorio (nelle configurazioni del passato e del presente) e della continua integrazione delle nostre fonti con altre tipologie di documenti (scritture, testimonianze archeologiche, rilevazioni paesistico-ambientali fatte sul terreno, ecc.), essendo da sole le rappresentazioni spaziali insufficienti a spiegare la complessità dei quadri territoriali nella loro evoluzione continua e diversificata da zona a zona.

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Il progetto Imago Tusciae

La dispersione dei documenti cartografici

Tipologia e contenuti dei documenti cartografici storici

L'applicazione Imago Tusciae: i dati tecnici e i contenuti scientifici